Nel 1990 il Prof. P.I. Branemark per primo ha iniziato a utilizzare le strutture ossee della guancia come punto di ancoraggio per impianti endoossei più lunghi rispetto a quelli tradizionali chiamandoli "impianti zigomatici" in situazioni cliniche di grave atrofia del mascellare superiore che non permettevano l'inserimento di impianti tradizionali. Dopo 10/13 anni dall'inizio della sperimentazione un'ampia letteratura scientifica è stata pubblicata per dimostrare l'efficacia e la riproducibilità di questa nuova tecnica chirurgica sovrapponibile a quella dell'implantologia tradizionale.
La chirurgia con Impianti Zigomatici è stata utilizzata in questi ultimi venti anni in tutto il mondo in maniera efficace tanto che attualmente rappresenta un punto fermo dell'implantologia moderna in quelle cliniche dove la chirurgia implantare rappresenta l'eccellenza. Questa tecnica non ricerca l'ancoraggio osseo nel mascellare atrofico, come avviene nell'implantologia tradizionale, ma solo ed esclusivamente nell'osso zigomatico: gli impianti zigomatici sono più lunghi, in genere da 3,5 a 5 cm, rispetto a quelli tradizionali che in genere hanno una lunghezza massima fino a 1,6 cm.
L'osso zigomatico presenta una qualità ed uno spessore ideale all'inserimento di impianti nella maggior parte dei pazienti: in ogni zigomo c'è osso sufficiente in spessore ed altezza ad inserire uno o due impianti. Una volta inseriti 4 impianti zigomatici, due per ciascun lato, è possibile entro 48 ore inserire una protesi fissa provvisoria avvitata per il carico immediato.
Gli Impianti Zigomatici trovano indicazione elettiva in quei pazienti che hanno una grave atrofia nel mascellare superiore dove non è possibile inserire impianti tradizionali e soprattutto quando l'opzione di inserimento di osso autologo o eterologo non è percorribile. Tale chirurgia può essere eseguita a qualunque età senza limiti purchè ci siano le medesime condizioni cliniche generali che permettono l'inserimento di un impianto tradizionale: chirurgia con assistenza anestesiologica e dopo due giorni carico immediato.
Con l' Implantologia Zigomatica il paziente può masticare con denti fissi due giorni dopo l'intervento, mentre con gli innesti di osso se tutto va bene il paziente mastica con una protesi fissa otto mesi dopo l'intervento e deve sopportare per tutto questo periodo i disagi di una dentiera provvisoria con il palato.
Spesso è sufficiente inserire un solo impianto zigomatico per lato se nella regione anteriore della mascella c'è osso sufficiente ad inserire due o più impianti tradizionali.
L'innesto di osso è una tecnica che presenta vari limiti:
TABELLA DI CONFRONTO TRA INNESTO OSSEO E IMPIANTI ZIGOMATICI
INNESTO OSSEO AUTOLOGO | IMPIANTI ZIGOMATICI | ||
NUMERO CHIRURGIE | 2 | 1 | |
DENTIERA PROVVISORIA | 10 MESI | NON NECESSARIA | |
DENTI FISSI | DOPO 12 MESI | DOPO 24 ORE | |
DURATA TERAPIA | 12 MESI | 6 MESI | |
DISAGIO POST-CHIRURGICO | ELEVATO | BASSO | |
PROBABILITA’ DI SUCCESSO | 60-80% | 98% | |
COSTI | SOVRAPPONIBILI |
Prima di eseguire l'intervento, un attento studio radiografico tridimensionale (3D Cone Beam) viene eseguito per valutare qualità e spessore dell'osso mascellare e delle due arcate zigomatiche. Gli impianti zigomatici sono inseriti in un'unica procedura chirurgica con sedo-analgesia endovenosa o in anestesia generale.
Gli impianti zigomatici posso essere inseriti all'interno, all'esterno o adiacenti ai due seni mascellari: studi più recenti riconducibili al Dott. Carlos Aparicio permettono di inserire gli zigomatici senza entrare nel seno mascellare ( "Zygoma Anatomy-Guided Approach" ) riducendo l'invasività della procedura e i tempi chirurgici.
La tipologia di posizionamento degli zigomatici viene determinata dalla posizione di ciascun impianto nel tratto distale che si inserisce nello zigomo e dalla parte prossimale che emerge dal palato alla quale viene avvitato un moncone angolato di supporto protesico:
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